
Itinerari culturali tra archivi, haute couture e visioni contemporanee
Nel 2026 la moda si conferma uno dei linguaggi culturali più incisivi del nostro tempo. Le grandi mostre fashion diventano luoghi di ricerca, strumenti di lettura storica e piattaforme di dialogo tra arte, architettura, design e società. Complice l’apertura sempre più consapevole degli archivi delle maison e l’interesse crescente dei musei internazionali, le esposizioni di moda si impongono come tappe imprescindibili per viaggiatori colti, addetti ai lavori e appassionati. Abbiamo selezionato cinque mostre di moda internazionali da segnare in agenda per il 2026, veri e propri indirizzi culturali dove il vestire diventa racconto, struttura, memoria.
Elsa Schiaparelli al Victoria and Albert Museum, Londra
Schiaparelli: Fashion Becomes Art | 21 marzo – 1 novembre 2026

Per la prima volta nel Regno Unito, il Victoria and Albert Museum dedica una grande retrospettiva a Elsa Schiaparelli, figura cardine del Novecento e protagonista assoluta del dialogo tra moda e surrealismo. La mostra ripercorre quasi un secolo di storia della maison, dalla fondazione negli anni Venti fino alla sua rinascita contemporanea sotto la direzione creativa di Daniel Roseberry. L’esposizione mette in relazione abiti storici, accessori, materiali d’archivio e creazioni recenti, evidenziando la continuità di un linguaggio che ha trasformato la couture in gesto artistico. A Londra, Schiaparelli si rivela come progetto culturale totale, capace di attraversare arte, cultura pop e immaginario collettivo.
Dior visto da Alaïa: una doppia mostra a Parigi
La Galerie Dior & Fondation Azzedine Alaïa | 20 novembre 2025 – 3 maggio 2026

Un progetto espositivo di rara raffinatezza unisce La Galerie Dior e la Fondazione Azzedine Alaïa in un racconto inedito della haute couture francese. Oltre cento capi della collezione personale di Alaïa, mai esposti prima, raccontano l’ammirazione profonda dello stilista tunisino per Christian Dior e i suoi successori, da Yves Saint Laurent a John Galliano.
Curata da Olivier Saillard con Gaël Mamine, la mostra propone una lettura intima e colta della Maison Dior attraverso lo sguardo di un couturier-collezionista. Ne emerge una storia fatta di strutture, volumi, equilibrio e rigore sartoriale, dove il gesto creativo diventa atto di studio e conservazione.
Queen Elizabeth II: Her Life in Style
King’s Gallery, Buckingham Palace | dal 10 aprile 2026

Nel centenario della nascita, Buckingham Palace celebra Elisabetta II con la più ampia mostra mai dedicata al suo guardaroba. Circa duecento pezzi – tra abiti, gioielli, cappelli, scarpe e accessori – ripercorrono dieci decenni di vita e di storia britannica. L’esposizione svela il ruolo attivo della sovrana nella costruzione della propria immagine pubblica, attraverso schizzi inediti, campioni tessili e corrispondenza privata. Dall’abito dell’incoronazione ai look ufficiali per la scena diplomatica internazionale, la moda diventa qui strumento di rappresentanza, linguaggio politico e simbolo di continuità istituzionale.
Azzedine Alaïa e Cristóbal Balenciaga. Scultori della forma
Museo del Tessuto, Prato | 25 ottobre 2025 – 3 maggio 2026

Arriva per la prima volta in Italia una mostra di straordinaria intensità, nata dalla collaborazione con la Fondazione Azzedine Alaïa e i Balenciaga Archives di Parigi. Venticinque creazioni di Azzedine Alaïa dialogano con altrettanti capi di Cristóbal Balenciaga, in un confronto fuori dal tempo.
Entrambi maestri assoluti della costruzione sartoriale, i due couturier condividono un’ossessione per la forma, il taglio, il volume. Balenciaga costruisce architetture da indossare; Alaïa scolpisce il corpo con precisione sensuale. La mostra restituisce una lettura quasi architettonica della moda, dove il vestito diventa struttura, pelle, spazio.
Vivienne Westwood e Rei Kawakubo alla National Gallery of Victoria, Melbourne
NGV International | 7 dicembre 2025 – 19 aprile 2026

La National Gallery of Victoria mette in dialogo due tra le figure più radicali della moda contemporanea: Vivienne Westwood e Rei Kawakubo di Comme des Garçons. Emerse negli anni Settanta, entrambe hanno utilizzato l’abito come strumento di rottura, rifiutando le convenzioni estetiche e sociali per affermare una visione autonoma e profondamente critica del vestire.
Attraverso oltre 140 opere provenienti da musei internazionali, archivi e collezioni private, la mostra evidenzia come Westwood e Kawakubo abbiano ridefinito i concetti di forma, genere e relazione tra corpo e abito. Un confronto serrato tra due linguaggi distinti ma uniti da una comune tensione sperimentale, che continua a influenzare la moda e la cultura visiva contemporanea.
Moda come archivio, progetto e visione
Queste cinque mostre di moda del 2026 raccontano una disciplina sempre più consapevole del proprio ruolo culturale. Tra musei, fondazioni e palazzi storici, la moda si afferma come strumento di lettura del presente e del passato, capace di intrecciare artigianato, ricerca formale, identità e memoria.
Un calendario internazionale che parla a chi viaggia per conoscere, osservare e comprendere, dove ogni abito diventa documento e ogni mostra un’esperienza critica.



