Dal 27 novembre 2025 al 30 gennaio 2026, la BABS Art Gallery di Milano – unica galleria in Italia specializzata nel gioiello d’artista – dedica una personale a Giorgio Facchini, maestro che ha saputo trasformare l’arte orafa in un linguaggio plastico di rara intensità. La mostra, intitolata “Il gioiello scultura. L’arte preziosa di Giorgio Facchini”, raccoglie oltre trent’anni di ricerca attraverso gioielli, sculture e disegni preparatori, in un percorso che attraversa le stagioni più fertili della sua produzione, dagli anni Sessanta a oggi.

Disegno inedito di Giorgio Facchini

Figura di riferimento internazionale nel panorama del gioiello d’artista, Facchini ha esposto accanto a nomi come Picasso, Fontana, Calder e Sottsass, e le sue creazioni sono state indossate da Elizabeth Taylor, Rita Levi Montalcini, Oprah Winfrey e dalla Contessa Christina Paolozzi, musa cosmopolita del jet set americano. Negli anni Settanta le sue opere accompagnarono persino le collezioni di Pierre Cardin durante le sfilate parigine, segnando un punto d’incontro tra arte, moda e design.

Giorgio Facchini 1970

All’interno degli spazi di via Gonzaga – a pochi passi dal Duomo, da Palazzo Reale e dal Museo del Novecento – la mostra riunisce una selezione di circa trenta opere che rivelano la continuità tra la pratica scultorea e quella orafa dell’artista. Linee, volumi e materiali dialogano in un equilibrio che unisce gesto e materia, rigore e libertà. Tra le opere esposte, un disegno inedito testimonia il processo creativo dell’artista, restituendo al pubblico il momento in cui l’intuizione si trasforma in forma.

“I miei progetti nascono da visioni e intuizioni che fermo su carta con accurati disegni”, spiega Facchini. “L’Arte per me è movimento, è vivere, è contemplare, è quello che ti circonda e l’ispirazione arriva sempre dall’osservazione. Alla fine di questo processo è fondamentale lasciare impresso un segno riconoscibile: la ricerca deve sempre tendere all’individuazione di una precisa cifra stilistica che abbia in sé il sigillo dell’eternità. Il gioiello, come opera d’arte, deve essere atemporale.”

I lavori degli anni Sessanta e Novanta raccontano due momenti distinti di questa ricerca. I primi, dalle geometrie mobili e dai volumi cangianti, rimandano all’arte cinetica e si animano con il movimento del corpo; i secondi si distinguono per una spazialità più rigorosa, definita da contrasti di superfici lucide e opache, e dall’uso calibrato di pietre preziose che conferisce luce e ritmo alle forme. In entrambi i casi, il corpo femminile diventa teatro e complice della scultura.

Le opere più recenti, in mostra a Milano, includono pezzi unici di straordinario valore, come Movimenti spaziali (1985, spilla in oro giallo con smeraldi, zaffiri e brillanti), Paesaggio misterioso (2019, anello in oro con 32 brillanti), Navicella (anello in oro giallo e rosso con tormalina e brillante) e Canne musicali (2023, ciondolo in oro giallo e rosso). Gioielli che non solo ornano, ma raccontano: microarchitetture da indossare, capaci di evocare paesaggi interiori e vibrazioni spaziali.

“Il gioiello d’artista – continua Facchini – è un’opera che riveste un importante ruolo culturale e visivo, una piccola scultura viaggiante per il corpo femminile: deve possedere una spiccata personalità, essere elegante, prezioso e portabile, elevarsi al di sopra della banalità del quotidiano, per raccontare un’emozione, trasferire la forza di un racconto personale.”

Nato a Fano nel 1947, Facchini scopre presto la vocazione artistica. Dopo gli studi marittimi e artistici, frequenta il laboratorio orafo dello zio e approfondisce la sua formazione con lo scultore Edgardo Mannucci, vicino ad Alberto Burri. È tra i primi in Italia a realizzare gioielli-scultura, sperimentando inizialmente la fusione su osso di seppia e successivamente approdando a una dimensione più spaziale e concettuale. Nel 1968 partecipa alla 34ª Biennale di Venezia, dove ottiene il premio ex aequo, e nel 1973 vince il concorso “Diamanti Oggi” di De Beers a Milano.

Ritratto di Giorgio Facchini

Nel 1997 il Museo Archeologico di Milano gli dedica una personale con venti gioielli, venti argenti e dieci sculture, consacrandolo come uno dei protagonisti italiani del gioiello d’autore.

Oggi, nella sua opera matura, si avverte la coerenza di un linguaggio plastico raffinato, nutrito dalle lezioni di Brancusi, Arp e Fontana, ma tradotto in una poetica personale che appartiene pienamente alla contemporaneità. Come osserva il critico Marco Tonelli, la sua ricerca estetica si colloca nel solco del modernismo, proiettando nel presente la tensione verso la forma pura e il valore del gesto.

A completare il percorso espositivo, alcune sculture in bronzo realizzate dagli anni Ottanta a oggi – da Il pensiero, la forma (1987) a Instabilità dei corpi (2018) fino a Esplosioni (2022) – tracciano il continuum tra materia, movimento e luce che da sempre anima l’universo di Giorgio Facchini.

Una mostra che celebra, nel cuore di Milano, l’arte del gioiello come atto scultoreo e spirituale, capace di unire rigore, eleganza e poesia in una forma destinata a resistere al tempo.

Mostra Museo Archeologico

“Il gioiello scultura. L’arte preziosa di Giorgio Facchini”
Babs Art Gallery
via Maurizio Gonzaga 2, 20123 Milano
Dal 27 novembre 2025 al 30 gennaio 2026
Ingresso libero
Da lunedì a venerdì dalle 10 alle 18
info@babsartgallery.it
http://www.babsartgallery.it


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