Tokyo si conferma una delle capitali più visionarie al mondo, dove moda e architettura si intrecciano in una narrazione estetica che fonde tradizione e innovazione. Le maison internazionali scelgono la metropoli giapponese non solo come destinazione commerciale, ma come luogo in cui tradurre la propria identità in linguaggio architettonico. Ogni flagship store diventa così un manifesto di stile, un’opera costruita per celebrare la bellezza come esperienza spaziale.

Dior Omotesando — la leggerezza come principio

Fonte foto: Dior

Nel cuore di Omotesando, il flagship store Dior si erge come un volume puro, una scatola bianca immacolata sospesa tra luce e materia. La facciata in vetro, progettata dallo studio SANAA, mantiene l’eleganza originale dell’edificio, mentre un doppio involucro ridefinisce la percezione di trasparenza. Sottili pannelli di vetro piatto avvolgono l’esterno, accentuando i bordi netti del volume; dietro di essi, una seconda pelle di acrilico traslucido, morbida e fluida come un drappeggio di seta, restituisce il senso di movimento e grazia che appartiene alla maison francese.

Indirizzo: 5-9-11 Jingumae, Shibuya-ku, Tokyo

Tod’s Omotesando — la forza della natura

Fonte foto: Toyo Ito

A pochi passi, Toyo Ito firma per Tod’s un edificio che è insieme scultura e struttura. La facciata a forma di L sfrutta con intelligenza lo spazio limitato affacciato sulla celebre avenue, traducendo la metafora dell’albero in architettura. I rami in cemento, che si intrecciano su sei fronti vetrate, diventano elementi portanti e al contempo ornamento, evocando i tronchi degli alberi di zelkova che costeggiano la strada. L’effetto visivo è potente, quasi poetico: un dialogo tra materia grezza e trasparenza, forza e leggerezza.

Indirizzo: 5-1-5 Jingumae, 1 Field Tods Omotesando Bldg, Shibuya, Tokyo

Louis Vuitton Ginza Namiki — il riflesso dell’acqua

Fonte foto: Louis Vuitton

Nel quartiere di Ginza, Louis Vuitton si affida all’architetto Jun Aoki per un edificio che muta con la luce come una superficie d’acqua. La facciata, interamente realizzata in vetro stratificato con pellicola dicroica, cattura i riflessi del cielo e delle luci urbane, cambiando colore a seconda dell’ora e dell’angolazione. All’interno, progettato da Peter Marino, una scala monumentale in rovere e vetro domina l’ingresso a doppia altezza, dove il lusso si esprime attraverso equilibrio e misura.

Indirizzo: 7-6-1, Ginza, 104-0061 Chuo-ku

Miu Miu Aoyama — il riflesso della materia

Fonte foto: Miu Miu

Firmato da Herzog & de Meuron, il negozio Miu Miu ad Aoyama è un esercizio di sottrazione e controllo. Una scatola in acciaio inossidabile si apre alla città attraverso due grandi sportelli, frontale e posteriore, che modulano la relazione tra interno ed esterno. La parete interna è rivestita da un raffinato pannello di rame perforato che filtra la luce naturale, generando riflessi cangianti che mutano con le stagioni, il tempo e la luce: un interno in costante trasformazione, specchio dell’anima mutevole del brand.

Indirizzo: 3-17-8, Minami-Aoyama, Minato-ku Tokyo

Prada Aoyama — la trasparenza come struttura

Fonte foto: Prada

Poco distante, Prada affida ancora a Herzog & de Meuron il suo celebre Epicenter di Tokyo, un edificio che ridefinisce il concetto stesso di facciata. Il volume di vetro verde, scandito da una griglia diagonale, si apre come un cristallo tagliato, ospitando boutique, lounge e spazi espositivi. Qui struttura, spazio e pelle coincidono: ogni elemento visibile — trave, nucleo o lastra — è parte integrante dell’architettura. L’edificio diventa così un organismo poroso, un’icona di trasparenza e leggerezza nel cuore di Aoyama.

Fonte foto: 5-2-6 Minami-Aoyama Minato-ku Tokyo

Bottega Veneta Ginza — l’intreccio delle culture

Fonte foto: Bottega Veneta

Nel flagship store di Bottega Veneta, il dialogo tra artigianalità italiana e sensibilità giapponese prende forma in un linguaggio materico e calibrato. La facciata metallica, ispirata al motivo “Intrecciato”, avvolge l’edificio come un tessuto architettonico, mentre gli interni, nei toni chiari del “bianco Kyoto”, evocano la luce diffusa tipica dell’arte minimalista degli anni Sessanta. Le superfici plissettate e i piani inclinati costruiscono un racconto fatto di ombre, rilievi e silenzi.

Indirizzo: 5-6-1 Ginza ,Tokyo 104-0061

Hermès Ginza — la lanterna di cristallo

Fonte foto: Renzo Piano

Renzo Piano interpreta l’eleganza di Hermès con un edificio di straordinaria purezza, una torre di vetro che si illumina come una lanterna nella notte di Ginza. Realizzata con oltre 13.000 moduli quadrati di vetro, la facciata trasforma la luce in materia, evocando l’iconica Maison de Verre parigina. L’interno, raffinato e funzionale, si sviluppa su 15 piani fuori terra e tre interrati, dove ogni dettaglio è pensato per coniugare leggerezza, trasparenza e resistenza sismica.

Indirizzo: 5-4-19 Ginza Chuo-ku Tokyo

Fendi Omotesando — la memoria di Roma in Oriente

Fonte foto: Fendi

Palazzo Fendi Omotesando reinterpreta la monumentalità della capitale italiana in chiave contemporanea. Gli archi che scandiscono la facciata richiamano il Palazzo della Civiltà Italiana, sede romana della maison, ma qui si accendono di una luce calda che ne sottolinea la forma a volta. Un tributo alla classicità italiana, tradotto nel linguaggio luminoso e sofisticato del Giappone moderno.

Indirizzo: 5-9-13, Jingumae, Shibuya-ku, Tokyo


L’arte di costruire la moda

Nelle architetture delle maison in Giappone, la moda diventa spazio, luce e materia. Ogni edificio è un racconto di identità, dove i confini tra design e cultura si dissolvono per dar vita a una nuova forma di bellezza: quella che si può attraversare.


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