Un’opera architettonica che unisce avanguardia e immaginazione: la residenza di Hollywood appartenuta a David Lynch, recentemente scomparso all’età di 78 anni, è stata messa sul mercato per 15 milioni di dollari (circa 12,7 milioni di euro).

Edificata nel 1963 su progetto di Lloyd Wright – figlio del celebre Frank Lloyd Wright – la proprietà, nota come Beverly Johnson House, è considerata una delle più raffinate espressioni del modernismo californiano. La struttura si distingue per la sua composizione geometrica ardita, le ampie superfici vetrate e la continuità fluida tra ambienti interni ed esterni, elementi che trasformano la casa in un autentico manifesto di architettura collinare.

Fonte foto: The Agency

Una residenza laboratorio

Per oltre trent’anni Lynch ha plasmato la dimora secondo la propria visione, arricchendola con acquisizioni e ampliamenti che ne hanno consolidato il carattere unico. Due residenze adiacenti sono entrate a far parte del complesso: una destinata alla sua casa di produzione, Asymmetrical Productions, e l’altra, dal tratto brutalista, divenuta celebre come la residenza “Madison” nel film Lost Highway del 1997.

Nel 1991, la genealogia architettonica dei Wright tornò protagonista quando Eric Lloyd Wright, nipote di Frank, fu incaricato di progettare piscina e pool house, aggiungendo ulteriori capitoli a una narrazione già ricca di stratificazioni. A queste trasformazioni si sommano una dependance a due piani e una residenza più raccolta, rifinita con intonaci grigi e monocromi che richiamano le atmosfere sospese e rarefatte tanto care al regista.

Architettura come riflesso creativo

Ogni edificio della proprietà porta con sé l’impronta visionaria di Lynch, divenendo parte di un ecosistema che rispecchia la sua poetica. Le geometrie rigorose e i contrasti tra luce e ombra riecheggiano nei suoi film, dove il quotidiano si intreccia con il perturbante. La casa non fu per lui soltanto un rifugio, ma un laboratorio di sperimentazione estetica, un luogo in cui architettura, cinema e vita privata dialogavano senza confini.

Oggi, questa residenza appare come un microcosmo sospeso tra natura e artificio, testimonianza tangibile della relazione tra un grande autore e lo spazio che ha alimentato la sua creatività.

Fonte foto: The Agency


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