Nel 2024, Parigi ha vissuto l’anno più piovoso mai registrato dalla metà dell’Ottocento. Secondo i dati di Météo-France, con 900,9 mm di pioggia, la capitale francese ha superato il record storico del 2000. La primavera ha visto livelli di precipitazioni del +70% sopra la media, mentre l’autunno è stato il più umido dal 1986. Con un’anomalia pluviometrica tra il +44% e il +48%, la città si sta avvicinando sempre più a un clima di tipo tropicale.

In questo scenario di trasformazione climatica accelerata, Chaude Couture si propone come un manifesto visionario: una collezione che risponde alla crisi ambientale ripensando la moda come architettura indossabile. Ideato da fabulism in collaborazione con Barbisio – Cappellificio Cervo, e presentato alla Biennale di Architettura e Paesaggio dell’Île-de-France 2025, il progetto fa parte della mostra Quatre degrés Celsius entre toi et moi, curata da Philippe Rahm e Sana Frini.

collage Chaude Couture ©fabulism

Moda, clima e cultura: un nuovo paradigma

In un mondo sempre più bagnato, come cambiano i nostri comportamenti? Come ci vestiamo, ci muoviamo, abitiamo lo spazio pubblico?

Chaude Couture esplora queste domande reinterpretando l’abbigliamento antipioggia attraverso la lente delle culture tropicali. Ogni capo è concepito come una micro-architettura, una struttura portatile che protegge e dialoga con l’ambiente, trasformando l’indumento in paesaggio reattivo. Non più solo dichiarazione estetica, ma gesto ecologico.

Foto: Davide Carson

Dalla plastica al passato: un ritorno consapevole

La pioggia, oggi, è sinonimo di plastica. Dai poncho usa-e-getta agli impermeabili sintetici, ci ritroviamo avvolti in materiali che contribuiscono al cambiamento climatico che vogliono combattere. Le immagini della folla lungo la Senna, coperta da mantelline bianche in plastica durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, sono emblematiche.

Ma non è sempre stato così. Già nel 1824, Charles Macintosh brevettava il primo impermeabile in gomma. E nel 1915, Thomas Burberry rivoluzionava l’impermeabile con il trench in gabardine trattata. Prima ancora, in tutto il mondo – dall’Estremo Oriente all’Amazzonia – si realizzavano capi impermeabili con materiali naturali, come la paglia di riso o il lattice vegetale, capaci di respingere l’acqua grazie alla loro struttura.

Chaude Couture attinge da questo patrimonio dimenticato, trasformandolo in visione contemporanea. I capi sono realizzati in paglia di riso, materiale tradizionalmente usato per proteggere contadini e pescatori dalla pioggia. Leggera, strutturata, naturalmente idrorepellente, la paglia diventa un gesto architettonico e poetico, evocando forme a cupola e offrendo una risposta concreta a un clima che cambia.

La collezione si ispira a climi e culture tropicali, dove le stagioni delle piogge scandiscono il ritmo della vita quotidiana e la relazione tra corpo e ambiente si fonda su principi di simbiosi. Chaude Couture abbandona l’approccio plastico e impermeabilizzante del design tradizionale per riscoprire materiali naturali e antichi, adattati a una nuova sensibilità ecologica.

Come suggeriva Bruno Latour, “dobbiamo comporre”, tenendo insieme elementi del passato, del futuro e del presente. Questo progetto lo fa in modo tangibile, unendo artigianato storico e ricerca sperimentale, moda e clima, cultura e sostenibilità. Il risultato è una visione poetica e radicale di un possibile futuro in cui il vestire diventa un atto politico, ambientale, e culturale.

Fonte foto: ©fabulism

Climatic Fashion: vestire il futuro

Il progetto, presentato alla BAP! 2025, include la creazione di un capo su misura realizzato in paglia di riso, esposto come manichino-microshelter. Ogni elemento è frutto di un dialogo tra artigianato e sperimentazione, portando avanti una visione di moda che è anche paesaggio, scultura e funzione.

Il cappello, elemento centrale della collezione, è stato realizzato in collaborazione con Barbisio, storica maison italiana fondata nel 1862. Ogni pezzo è scolpito a mano a Biella, dove la tradizione incontra l’innovazione attraverso un linguaggio che abbraccia arte, architettura e antropologia. Il risultato è un oggetto senza tempo: scultoreo, funzionale, radicale.

Fonte foto: ©fabulism

Indossare il paesaggio, vivere il cambiamento

Chaude Couture non propone semplicemente nuovi abiti, ma un nuovo modo di abitare il mondo. Ogni capo è un rifugio, una risposta formale e materiale a un clima in evoluzione. La collezione ci invita a superare la plastificazione del corpo e della città, restituendo dignità ai gesti quotidiani di protezione e cura.

È un invito a non vestirsi contro la natura, ma con la natura. A immaginare un futuro in cui il confine tra moda, architettura e ambiente si dissolve in forme nuove, leggere, resilienti.

Non è solo moda. È climatic fashion.

Foto: Davide Carson


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