C’è un nuovo luogo a Milano che ridefinisce i confini tra moda, arte e architettura. Non è soltanto una boutique, non è una semplice vetrina: Palazzo Fendi Milano è un manifesto di estetica e sperimentazione, una piattaforma culturale in cui il lusso diventa linguaggio e l’artigianato materia viva.

Il palazzo sorge all’incrocio strategico tra Via Montenapoleone e Corso Matteotti, epicentro del Quadrilatero. L’edificio, progettato da Emilio Lancia negli anni Trenta, è stato reinterpretato dal Dipartimento di Architettura Fendi con un intervento che fonde rigore razionalista e sensualità delle forme, richiamando tanto i codici déco milanesi quanto la tradizione materica romana.

Foto: Palazzo Fendi Milano , Delfino Sisto Legnani e Melania Dalle Grave

Arte e artigianato in dialogo

Il cuore pulsante del progetto è “Rock the Craft”, un programma che mette in scena il savoir-faire della Maison attraverso la lente dell’arte contemporanea. Protagonista l’artista Edoardo Piermattei, noto per le sue architetture pittoriche tridimensionali, che al terzo piano del palazzo lavora dal vivo insieme agli artigiani della pellicceria. Con gesti rapidi e manuali applica cemento pigmentato con una sac à poche, trasformando la rigidità della materia in flusso organico.

Da questa alchimia nascono oggetti unici: una Tablet in pelle e pelliccia, realizzata con la tecnica dell’inlay, e una reinterpretazione della Peekaboo bag in tela bianca, pensata come tela pittorica. Alcuni modelli, realizzati con materiali di recupero, assumono il valore di un manifesto di creatività sostenibile, in cui il riciclo diventa poetica e non compromesso.

Foto: Palazzo Fendi Milano , Delfino Sisto Legnani e Melania Dalle Grave

Un percorso espositivo tra design e contemporaneo

Già dall’ingresso, la boutique si presenta come un luogo espositivo. La grande hall unisce boiserie in noce, marmi scolpiti e pavimenti geometrici che richiamano le domus romane. Ogni piano rivela un capitolo diverso:

  • Piano terra: l’imponente colonna ceramica di Anton Alvarez, le sculture in ceramica pop di Roger Coll e i meteoriti astratti di Roberto Sironi trasformano lo spazio in un museo diffuso.
  • Le scale: Piermattei accompagna i visitatori lungo la salita con un affresco in continua evoluzione, che muta in cromie e tecniche ad ogni livello.
  • Primo piano: il menswear dialoga con citazioni architettoniche della Milano Anni Trenta, come la porta in nickel traforato ispirata a Villa Necchi Campiglio, mentre le opere di Daniel Crews-Chubbs e Luke Edward Hall aggiungono tocchi pittorici e ironici.
  • Secondo piano: la couture femminile e la gioielleria si ambientano tra pareti in calce modellate come drappi di pelle e pavimenti in marmi combinati in geometrie raffinate. Le VIP Room diventano spazi segreti abitati da sculture di Florian Tomballe e tappeti su misura.
  • Terzo piano: il vero cuore creativo, l’Atelier Fendi, dove gli ospiti possono assistere al lavoro degli artigiani intenti a comporre fur tablets e manufatti in pelle attraverso la tecnica dell’opus sectile.

Foto: Palazzo Fendi Milano , Delfino Sisto Legnani e Melania Dalle Grave

Il Fendi Apartment: esclusività su invito

Accanto all’atelier si apre il Fendi Apartment, accessibile soltanto a pochi clienti selezionati. Lo spazio, ispirato al Pantheon, accoglie con un foyer ad arco, soffitti curvi e un’illuminazione circolare che ricorda l’oculo romano. Qui convivono opere di Agostino Bonalumi e Arnaldo Pomodoro, insieme a un mobile bar in ceramica giapponese Raku, simbolo dell’attenzione al dettaglio e alla contaminazione culturale.

Un nuovo modello di boutique-museo

Palazzo Fendi non è un caso isolato: si inserisce in un Quadrilatero che negli ultimi mesi ha visto crescere progetti simili, come la nuova sede Bulgari e l’apertura di Tiffany a Palazzo Taverna. Tuttavia, il progetto Fendi porta con sé un elemento in più: la volontà di rimettere l’artigianato al centro, non come gesto nostalgico, ma come piattaforma sperimentale in grado di dialogare con l’arte e con il design contemporaneo.

In questo senso, il nuovo palazzo non è soltanto uno spazio commerciale, ma un laboratorio culturale che racconta la capacità del brand romano di evolversi senza tradire il proprio DNA. Ogni dettaglio – dai materiali alle collaborazioni artistiche, dalle scelte architettoniche agli allestimenti – parla di un’idea di lusso che non si accontenta di esporre, ma vuole emozionare e sorprendere.

Milano guadagna così un nuovo landmark: una boutique che diventa galleria, un atelier che si fa teatro, un palazzo che si trasforma in manifesto della contemporaneità.

Foto: Palazzo Fendi Milano , Delfino Sisto Legnani e Melania Dalle Grave


Scopri di più da Ghè Sèm Official

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

In voga

Scopri di più da Ghè Sèm Official

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere